Ciao Prof
La natura non è partigiana; fascino e bellezza sono disponibili a tutti. Infatti, c’è qualcuno che può appropriarsi di una notte stellata?
O di un crepuscolo di fiamme e giade?
(Gazz. Padano, 7 luglio 2010)
Nella notte tra l’11 e giovedì 12 agosto 2010, Salvatore Furia se ne andò nel sonno. Fu trovato nel suo letto al mattino da Paolo Valisa. Prima di cena aveva fatto l’ultima telefonata, alla segretaria Rosi che era sola a casa, per dirle che nella notte erano previsti temporali.
Immediata fu l’eco della stampa, e giunsero ai giornali come in segreteria molte lettere di stima e affetto. Il Comune riservò i massimi onori al suo benemerito cittadino. Sabato 14 agosto 2010, la bara fu esposta nel Salone Estense. Vennero in molti a visitarlo e salutare la figlia Mabi e il figlio Massimo. Tra questi anche l’On. Giuseppe Zamberletti, il Presidente della Provincia Dario Galli.
Nel pomeriggio, sotto una fine pioggerellina, fu portato in corteo nella Basilica S. Vittore, preceduto dal gonfalone della città. La cerimonia funebre fu concelebrata da Mons. Stucchi e molti parroci, tra cui Don Adriano. L’avvocato Gibilisco, già sindaco di Varese, lesse una significativa lettura del Libro della Sapienza. Nel discorso di saluto, Franco Grassi, fondatore delle guardie ecologiche volontarie, concluse: quando verrà la nostra ora S. Pietro ci chiederà cosa abbiamo fatto per la nostra città giardino. Furia ora può rispondere: il giardiniere!. Seguì il saluto dell’Ass. all’urbanistica Fabio Binelli in rappresentanza del Sindaco.
Questo fu il messaggio della Schiaparelli, di Luca Molinari:
Abbiamo spostato tronchi fascine sabbia mattoni,
spalato neve, ripulito cimiteri funicolari cappelle
e spaccato sassi, tanti, sulla strada.
Caro Comandante Furia,
sognatore di comete e costruttore
primo e ultimo col badile o la scopa in mano,
hai avuto coraggio da leoni.
E’`stato duro seguirti, intensa l’esperienza,
e l’opera era buona.Ci hai parlato a lungo la sera fino a notte
delineando orizzonti, parchi, società più equa,
abbiamo imparato le stelle e le favolose costellazioni,
hai portato i giovani a vedere l’alba.
Caro Maestro esigente Amico Furia,
é stato bello ascoltarti.Mi fermo qui, son cinquant’anni di storie da raccontare,
e continuare.
L’osservatorio, la Cittadella, il Parco sono realtà
un ponte tra terra e cielo,
tra la scienza e chi voglia accoglierla.
Ci ripetevi: essi non sono un fine ma un mezzo
per meglio conoscere e amare
il mistero profondo e luminoso della vita,
e tra uno sguardo ai fiori, alle nubi e alle stelle,
intravedere quello del Creatore.Caro cosmonauta Salvatore Furia, assetato di bellezza e verità,
che sempre hai voluto condividere, ora conosci.
La Schiaparelli, la tua piccola comunità, è presente.
Aiutaci da lassù, e voi tutti aiutiamoci,
a continuare la tua e nostra strada.
Seguì la commossa poesia di Adriana dedicata al silenzioso viandante che si sofferma fino a sera a contemplare e carezzare i pendii fioriti, e le prime stelle, finché morte non lo porta via; Ciao Furia. Concluse la preghiera del marinaio. La bara fu portata fuori dalla Basilica sulle spalle di alcuni associati. Fuori, sotto la pioggia, lo accoglieva il nostro “hip hip hurrah” e l’applauso della gente.
Intitolazione della Cittadella a Salvatore Furia
Venerdì 16 settembre 2011 ore 11, ebbe luogo a Campo dei Fiori la cerimonia di commemorazione e intitolazione della Cittadella a Salvatore Furia. Erano presenti il prefetto Giorgio Zanzi, il questore Marcello Cardona, il sindaco di Varese Attilio Fontana, il Sindaco di Luvinate Alessandro Boriani, il Presidente del Parco Giuseppe Barra, il dirigente scolastico provinciale Claudio Merletti, Mabi Furia, il parlamentare Giorgetti, e tanti altri.
Dopo un breve saluto del Sindaco di Varese, il padrone di casa, il presidente Luca Molinari lesse il suo discorso:
Cari ospiti e amici,
molti oggi ricordano Salvatore Furia per le previsioni del tempo e i suoi pensieri positivi. Chi l’ha conosciuto per molti anni sa che dobbiamo ricordarlo soprattutto per altre cose: l’instancabile impegno per la legislazione e la nascita dei parchi lombardi in cui si prodigò fiducioso anche nell’opera di persuasione dei cittadini, la difesa del verde cittadino e del lago, l’impegno per Sacro Monte, il ruolo che ebbe nel fronteggiare le calamità dell’Irpinia (1980) e della Valtellina (1987) – sono ancora vive nei Montoresi la memoria e la gratitudine per il loro cittadino onorario Furia e una loro strada e intitolata a Campo dei Fiori -, la valorizzazione del volontariato e il contributo alla nascita della Protezione Civile, la difesa dell’integrità del cielo notturno, e altre battaglie. Fu un esempio di impegno civile appassionato, di parole e comportamenti coerenti, per il diritto e il bisogno di tutti di accostare e conoscere la bellezza della natura, e per proteggerla per le generazioni future. Per i suoi molti meriti ricevette numerose e importanti onorificenze, e il tributo di gratitudine della Città di Varese: tutta la città si fermò per l’ultimo saluto.
La vita intera di Salvatore Furia si intreccia con la storia della sua creatura più cara, come sovente ripeteva: la Cittadella di Campo dei Fiori: una realtà di persone, strutture e strumenti. Salvatore Furia giunse a Varese dalla Sicilia a 16 anni e imparò subito la fatica. Ma il suo destino era volare alto. Aveva una grande passione: le stelle. Per anni frequentò lo storico osservatorio di Brera per osservare la Luna. L’altra sua passione fu questa montagna, che frequentò in solitudine e maturando il desiderio di costruire un “osservatorio astronomico popolare”: un luogo aperto, dove la conoscenza fosse offerta e spiegata con parole semplici. Perseguì il sogno con ostinazione e coraggio e studiando molto, da autodidatta. Senza propri mezzi finanziari, in mezzo secolo costruì la Cittadella. Tanti volontari condivisero il suo sogno e la sua fatica, il piccone e il badile, col sole e con la pioggia, e le notti stellate.
La Cittadella è il risultato di una vicenda umana notevole, una storia che merita un giorno di essere raccontata. Ma essa esiste anche grazie alla generosità di molti privati cittadini, e al sostegno costante degli Amministratori del Comune e della Provincia di Varese, che si sono susseguiti fino ad oggi, dando fiducia a Furia e ai suoi giovani e a chi prosegue la sua opera.
Voglio ricordare le tappe principali: 1958) Zaira Morganti Spina cedeva al prof. Furia per una cifra simbolica il telescopio equatoriale Merz – Cooke, che per alcuni anni fu conservato nella sede sociale, allora in Villa Mirabello. 1960) Adele e Sai Vita donarono al Comune di Varese l’ingente somma per costruire l’Osservatorio e la prima cupola, terminata nel 1964. 1962-64) Sofia Stringher Zambeletti dono` al Comune di Varese i terreni per costruirvi l’osservatorio e realizzare un parco intitolato ai genitori, Leopoldo e Maria. Il Comune di Varese ampliò l’area con importanti acquisti da privati, provvedendo alla recinzione.
Il 5 febbraio 1963 fu legalmente costituita la Società Astronomica Giovanni V. Schiaparelli, centro popolare divulgativo di scienze naturali, fino ad allora conosciuta come Società Astronomica Dilettanti Varesina.
Alla fine degli anni 60’, finite le risorse finanziarie, l’associazione si impegnò nel duro lavoro manuale di costruzione ed asfaltatura della strada di accesso che avete percorso, che da 40 anni e tenuta aperta al pubblico in ogni momento dell’anno. Furia fu personalmente impegnato nello sparo delle mine e nello scavo col martello pneumatico. Allo stesso modo furono costruiti il basamento della seconda cupola, l’edificio del centro studi botanici, la serra. Questo stile ha sempre contraddistinto la Schiaparelli. 1984) donazione alla Provincia di Varese dell’attrezzatura del Centro Geofisico Prealpino per le finalità di prevenzione e sorveglianza del territorio. 1997) i fratelli Mascioni donarono la seconda cupola e parte della strumentazione sismica. 2006) costruzione dell’edificio con la terza grande cupola, finanziati dalla Provincia di Varese e dalla Regione Lombardia. Il telescopio ancora e cieco, mancando il componente essenziale: lo specchio da 1m che ne fara` il maggiore strumento in Italia per un osservatorio popolare. Speriamo di potere presto trovare le risorse per coronare il progetto del Prof. Furia. Questo susseguirsi di eventi configurò la Cittadella di Scienze della Natura. Un patrimonio di strutture e un parco destinati alla divulgazione popolare e alla ricerca che appartiene al Comune di Varese, ede gestito con entusiasmo e serietà dai volontari della Società Astronomica nel quadro di una collaudata convenzione.
Diversamente, la strumentazione meteorologica e sismica e la rete di rilevamento provinciale sono patrimonio della Provincia, gestito dai ricercatori del Centro Geofisico Prealpino per l’attività di previsione, sorveglianza, e studio, nel quadro di una altrettanto collaudata convenzione.
Come volontari della Schiaparelli confermiamo il nostro impegno affinché tutto continui e si sviluppi. Continuiamo nel solco tracciato dal suo fondatore, con attività culturali, l’accoglienza di visitatori e scolaresche, la formazione dei giovani che qui dedicano il loro tempo libero, la cura del giardino montano, i lavori di manutenzione, lo spalo neve. Operiamo in un’ottica di servizio, di grata collaborazione e di economia.
Come successore del prof. Furia nella guida della Cittadella, e custode dei nobili ideali e della memoria dei fatti e delle persone che l’hanno determinata, mi sento di raccomandare al Prefetto, al Sindaco, al Presidente della Provincia, agli Amministratori, di avere a cuore e sempre accompagnarci nella cura di questo piccolo gioiello, sorto in un luogo speciale e con una storia speciale, perché qui sempre si abbiano ad incontrare la bellezza del nostro paesaggio e delle stelle.
La Cittadella sulla cima Paradiso è ancora la casa terrena di Salvatore Furia. E` il luogo del sogno e dell’eroica impresa, lo dico senza retorica.
Null’altro che una lapide lo segnala; non icone o piccolo altare, ma la magnificenza della natura che egli ha sempre amato e difeso. Da un anno riposa sotto la cupola, ascolta la voce del vento e vede dispiegarsi le fioriture e le stelle. Ma soprattutto, io credo, ascolta con affetto le voci di altri giovani che, come lui, amano e spiegano la bellezza di madre natura.
E` abbracciando con lo sguardo questo stupendo paesaggio tra cielo e terra, che noi possiamo abbracciarlo spiritualmente, e raccogliere l’invito a conoscere, amare, comunicare, coltivare, educare, perseverare nei pensieri positivi. Grazie per l’attenzione. Luca Guido Molinari.
Fu scoperta la lapide, benedetta da don Angelo Corno arciprete di Sacro Monte, don Adriano Sandri e don Roberto Terruzzi di Radio Francescana.
Come da sua volontà Furia fu cremato. La Giunta Comunale accolse la richiesta dei figli affinché il padre fosse sepolto dove desiderava: presso la Madonnina di Cima Paradiso, dove ancora sognatore contemplava la bellezza del paesaggio, le cime alpine, i fiori e le stelle. Come migliore compromesso con le leggi, fu deciso di porre l’urna nel basamento della Cupola Mascioni, sul punto più alto e suggestivo della Cittadella. Lì ascoltera` ancora il respiro delle stagioni, e voci amiche descrivere le vie del cielo.
Sabato 25 settembre 2010. Massimo e Mabi Furia sono fermi sulla soglia della cupola e Massimo regge una piccola cassetta di legno: Salvatore Furia e di nuovo nella sua Cittadella, dove da vivo non poteva più tornare; la Cittadella per la quale s’era speso tutto. Loro guardano noi associati, Don Adriano con la veste bianca, e i parenti. C’è un lungo silenzio e gli sguardi sono tristi, mentre attorno si apre la struggente bellezza delle Alpi con la prima neve, sotto un cielo di nubi alte e grigie.
Mi avvicino a Massimo e improvviso come posso un saluto e un grazie, e mi sento stranamente tranquillo mentre mi guardano molti occhi tristi, e le montagne sono belle e la pianura si svela fino all’Appennino. Poi Artur entra nello spazio angusto sotto il piano di cupola, seguito da Massimo con la cassetta, e il “Prof” viene posto lì per gli anni a venire. Gli è vicina la Madonnina di gesso, con le braccia aperte. Don Adriano benedice, e stiamo ancora lunghi minuti in silenzio, la bellezza del paesaggio sempre davanti. Poi parla Massimo, da buon figlio di Furia: siate ancora pionieri sulle orme di mio padre; avete solo iniziato un cammino costato caro prezzo. Mabi è silenziosa, la ferita di un distacco ancora aperta. Rimaniamo pensosi mentre tutto l’orizzonte, un diaframma di luce, grida parole incomprensibili … perché morte resurrezione e vita sono nodi difficili e Furia, il vulcanico immortale Furia, è lì in una cassetta, ma nessuno piange. Recitiamo il Padre Nostro, poi scendiamo a gruppi. (Luca M.)
Nello stesso giorno si riunì il Consiglio della Schiaparelli: Adriana Manetta, Enrico Malnati, Paolo Battaini, Riccardo Luppi, Dario Zucchetto, Vanni Belli, Luca Molinari, Rosi Ossola. Furono deliberate: la conferma delle deleghe già assegnate dal prof. Furia durante il ricovero, la designazione di Luca Molinari a Presidente ad interim, la data per l’assemblea dei soci. Fu approvato il bilancio 2009. I consiglieri confermarono la loro disponibilità a ricandidarsi.