Il montaggio del Merz
Sabato 5 dicembre 1964. Abbiamo iniziato il trasporto dell’equatoriale all’osservatorio. Il viaggio delle casse si è svolto bene nonostante il ghiaccio. Laborioso e faticoso è stato il lavoro di preparazione del fondo della strada tra il piazzale Nord e l’osservatorio. La salita della cingoletta, caricata con le casse dello strumento, è stata lenta. Molto spesso, a causa di qualche sasso che veniva a trovarsi sotto i cingoli, si doveva fare marcia indietro per qualche metro, ripreparare il fondo e ripartire. Fortunatamente le casse non hanno ricevuto urti se si escludono gli inevitabili dondolii. Dopo circa un’ora e mezza, le casse sono giunte in osservatorio. (Trevisan).
L’8 dicembre 1964 S. Furia, Tino Trevisan, Lucio Bossi e Giuseppe Marone, procedettero all’individuazione del meridiano e delle coordinate della cupola. Col teodolite al centro del basamento del telescopio furono traguardati i punti cardinali geografici e riportati sulle pareti della cupola, dove fu teso un sottile filo di nylon rappresentante il meridiano locale.
Martedì 8 Dicembre 1964 (Immacolata Concezione) Ho saputo attendere dal 1956 ad oggi, con l’aiuto di Dio sono riuscito a raggiungere il traguardo di una grande tappa. Stanotte dopo un lungo periodo di lavori grossolani e manuali, che si avvicendano da anni, ho eseguito la prima osservazione astronomica dalla Specola Schiaparelliana. In conformità ad un preordinato disegno ho tracciato il meridiano dell’osservatorio in prima approssimazione. Hanno collaborato con animo appassionato e molto gelo Lucio Bossi e Tino Trevisan. (S. Furia)
Nelle notti del 12 e 13 dicembre furono compiute le verifiche astronomiche, con misure delle coordinate di altezza e di azimut della stella Polare.
La piattaforma della cupola fu montata un anno dopo, dalle officine Bronzi di Varese (costò 100 mila lire).
17 dicembre 1964. Si portano a CdF l’attrezzatura essenziale per il soggiorno del nuovo custode Marone (tavolino, sedia, rete metallica, cucina a gas) e la cuccia per il cane Vega.
25 Dicembre 1964.
E’ Natale! Il primo Natale trascorso all’osservatorio Schiaparelliano del Campo dei Fiori. Sono stanco e se dovessi esprimere seriamente ciò che penso direi cose che sanno di amaro, di triste e di solitudine. Ma oggi è Natale! Desidero perciò qui ricordare solo la gioia e la speranza che le future tappe del cammino di questa Associazione siano meno tormentate, meno pesanti e più redditizie di risultati spirituali. La gioia che ho in cuore è quella che mi viene dall’avere al mio fianco un gruppo di associati che ha dimostrato di sapersi battere a fianco a me seguendomi in ogni direzione e per qualsiasi impresa con tanta umiltà e con tanto affetto. Desidero rivolgere anzitutto a questo gruppo di associati il mio più profondo e commosso grazie! A voi amici del gruppo ‘Pioniere’ e alle vostre famiglie gli auguri affettuosi di un felice Natale. A tutti gli iscritti, ai membri titolari, ai membri onorari e ai benemeriti sostenitori, a tutti coloro che agevolarono il cammino durissimo di questi 8 anni trascorsi la mia gratitudine. A coloro che vivono in tiepidezza e non nel calore della vita associativa, a coloro che vivono appartati e inattivi pur rimanendo con me auguro ugualmente un felice Natale e un buon esame di coscienza. Salvatore Furia.
L’agenda 1965 si apre con le firme di Anna Saveri, Salvatore Furia, Sa- verio Manetta, Giuseppe LiBassi, Angelo Galli, Lucio Bossi, Camilla Zanzi, Luletta Saveri, Tino Trevisan, Pierre Conan, Adriana Manetta, Giorgio Pianezzi, Aldo Caravati, Alessandro Cespa, e Mabi Furia. Poi la scritta: Buon Anno 1965 al Presidente Sig. Salvatore Furia e a tutti i soci. Sia un anno pieno di attività e responsabilità e che il buon Dio ci conservi a lungo il Presidente. (Lucio Bossi).
1 gennaio 1965, h.0. Ha inizio il primo anno di vita della Specola di Campo dei Fiori. Sono trascorsi 8 anni dall’inizio della mia storia e attraverso infinite vicissitudini oggi si apre al suo avvenire, sotto il nome di Giovanni Virginio Schiaparelli. Sorta con la precipua finalità della divulgazione scientifica, onde creare un ponte di comprensione tra la scienza e il popolo, essa assolverà degnamente all’ombra gloriosa di si’ grande nome, anche la funzione di nobilissima palestra culturale e spirituale per l’utilizzazione del tempo libero.
E` nata per un immenso desiderio di conoscenza e per uno sconfinato amore verso Colui che ha guidato la nostra volontà e i nostri passi su queste rocce carsiche. La nostra impresa non fu per noi facile, e i nostri sacrifici non furono pochi né lievi, la nostra stanchezza ed il nostro dolore spesso furono grandi solo quanto la medesima volontà di non mancare all’appuntamento che in questo momento solennemente si compie. La meta che ci eravamo segnata doveva essere raggiunta attraverso prove durissime e tali che solo chi ha avuto fede ha potuto sostenere. La Provvidenza ci ha aiutato, ma noi crediamo di non avere altro merito oltre a quello di essere stati suoi devoti strumenti. (Agenda S. Furia)
Nel febbraio 1965 gli associati accorsero a dare man forte ai pompieri sul Monte S. Francesco in fiamme (La Prealpina, 18.02.65).
Col telescopio nella cupola, il sindaco Mario Ossola e la giunta comunale visitarono l’osservatorio. Nello stupore generale, il coriaceo Ossola, partigiano della Resistenza e soprannominato l’elefante, mentre contemplava dalla terrazza il grande lavoro fatto, pianse.
Dopo la relazione della visita, la Giunta comunale valutò congrua la cifra di 3,5 milioni richiesti per il funzionamento. Il consiglio comunale deliberò un primo acconto di 600mila lire (30 marzo 1965). Esso fu quasi interamente destinato allo stipendio di un custode.
Lettera del 25 febbraio 1965 al direttore della Prealpina, Mario Lodi:
La nostra Città si appresta a divenire un Centro di divulgazione scientifica Popolare ed un vero e proprio cenacolo di astrofilismo Internazionale. Ciò è merito di tutti coloro che hanno generosamente contribuito per la realizzazione delle opere che sono ora orgoglio della Cultura Varesina. Ma molto si deve anche al caro giornale da Lei diretto, il quale ha sempre sostenuto e confortato con grande rilievo le iniziative e le attività della scrivente Istituzione. Nell’imminenza dell’inaugurazione dell’Osservatorio Astronomico e geofisico del Campo dei Fiori, saremmo grati della Sua cortesia, di voler concedere ospitalità, mensilmente, ad una lezione di Astronomia pratica e relativa illustrazione da pubblicare nella pagina culturale del giornale. Verrebbe così a costituirsi una tradizione che il compianto Avv. Lino Oldrini ci aveva richiesta: “facciamo della Città di Varese una roccaforte dell’Astrofilismo Internazionale”. Per quanto ci concerne abbiamo adempiuto a tale richiesta e molto di più faremo d’ora innanzi. Per quanto attiene alla Prealpina siamo certi che essa farà quanto basta per dare ulteriore conforto al tanto concesso in passato.
Le rimetto perciò, caro Direttore, il materiale relativo al mese di Marzo e in attesa porgiamo i più cordiali saluti e l’espressione della nostra infinita gratitudine.
Furia si recò varie volte a Cagno in visita all’amico Giovanni Bernasconi. Egli possedeva un cannocchiale Merz da 11 cm donatogli dalla SAIt. Quando nel 1965 Giovanni morì, Zagar chiese a Furia di rappresentare la SAIt al funerale. Dopo la morte, il fratello Angelo (1911-1990) fondò il gruppo di astrofili ora denominato Gruppo Astrofili G. e A. Bernasconi. Balbiani chiese a Furia di redigere lo statuto, ed egli fu nominato socio onorario dell’associazione.