La cupola astronomica
L’ 8 giugno 1964 si fece la gettata di cemento sulla roccia per erigervi sopra il basamento del telescopio, con cinquemila mattoni pieni, come da indicazione del direttore di Trieste Martin.
La cupola rivestita di rame di 6 metri, costruita dalle Officine S. Benedetto, Firenze, fu montata nell’agosto 1964. Il suo arrivo a Varese, con trasporto speciale con la scorta, fu un avvenimento. Il potente autocarro OM Titano salì fino alla Madonnina e da lì le lunghe centine furono trasportate a spalla dagli associati, mentre il cingolato portò il pesante portellone del vano di osservazione.
… La grande cupola astronomica è ormai sistemata sul piedritto circolare in cemento armato, completa in ogni sua parte e domina l’alta quiete silvestre dall’alto della grande terrazza dell’edificio verso levante. Da sud none possibile scorgerla, causa l’abetaia che le fa scudo contro la luminosità diffusa dalle luci notturne cittadine, ma al tramonto come al primo sole mattutino la copertura emisferica di rame si accende di cuprei bagliori. A notte le stelle vi si specchiano occhieggiando tra i giunti di bronzo e gli attoniti visitatori occasionali quasi non credono ai loro occhi quando dalle vecchie fronde del pino della Madonnina scorgono per la prima volta la mole dell’osservatorio strutturalmente completa ergersi simile ad un tempio antico, invitante lo sguardo ed il pensiero alla ricerca di remoti mondi astrali nascosti nelle profondità del Cosmo ….
Il 3 settembre 1964 il prof. G. Fracassini, dell’Osservatorio di Merate, visitò la sede di Villa Mirabello e poi l’osservatorio. A bordo della jeep, mentre aggredivano la salita del sentiero, chiese a Furia dove avesse fatto il militare. Risposta: battaglione San Marco. Al congedo disse che mai testimonianza di amore per la natura e per l’applicazione dilettantistica nel campo scientifico era stata manifestata così concretamente in Italia (La Prealpina, 11.09.64).
Il 7 settembre venne in visita il nuovo sindaco Mario Ossola. Giunse in osservatorio sulla jeep, guidata da Furia, e constatò di persona l’enorme lavoro svolto.
Domenica 20 settembre 1964. C’è una tale quantità di lavoro che non riesco più a seguire le “agende”. Non ho il tempo di annotare i miei soliti appunti. A Campo dei Fiori i lavori procedono abbastanza velocemente. Ma solo dopo le mie frustate! Hanno perso troppo tempo, tuttavia non dispero per il 15 ottobre. L’associazione è presente nelle persone di G. Libassi, di A. Cespa, di G. Pianezzi che si alternano per la vigilanza notturna con me. Per tutta la notte e sino all’alba ho pensato alla soluzione del grosso problema del custode. Ho steso la forma definitiva del contratto che ritengo giusto e conveniente per l’Osservatorio e per lui. Non potevo fare di meglio vista l’esperienza vissuta. E’ assai doloroso constatare come sia difficile e pericoloso fare del bene. Ma anche se il problema è veramente spinoso va risolto e lo risolverò. Ore 18,30- 20,30 – illustrato al custode il contratto predisposto. Gli viene consegnata copia in modo che possa esaminarlo attentamente. Sono presenti G. Libassi,
L. Bossi e C. Zanzi. Voglio che anche essi ascoltino e imparino. Verrà anche per loro il tempo in cui dovranno guardare in faccia molte strade e dolorose realtà che vanno vissute e combattute.
Giovedì 24 settembre 1964 Ore 7,45 telefonato a C.d.F. Conferito con Cervini, Geom. Assistente dell’Impresa Caravati, al quale INTIMO di porre in opera immediatamente una porta, almeno una nella stanzetta dove io e i miei collaboratori trascorriamo la notte per eseguire la vigilanza notturna, in sostituzione dell’Impresa Caravati. Se entro domani sera la porta non ci sarà, nessuno dei miei collaboratori si fermerà a CdF. E` chiaro che resterà l’obbligo della Ditta di provvedere in tale evenienza …
Domenica 22 novembre 1964 Ho compiuto 40 anni ma mi sento come uno che ne ha 60, stanchissimo e ossessionato da tutte quelle deficienze piccole e grandi che all’occhio degli altri non appaiono ma che io conosco anche nei più nascosti luoghi …
Mercoledi 25 novembre 1964 Ore 16. Visita all’osservatorio e al parco. Mi accompagnano Luigi e Ignazia Andreoletti. Constato che i colori scelti dal Geom. A. Caravati sono veramente indovinati. Il Rosso antico sta molto bene anche ai soffitti dell’atrio e dei portici. Il colore sabbia alle pareti verticali dei medesimi luoghi dà un certo senso di calore, soprattutto al tramonto, sembra che si accendano strani bagliori. Gli operai asportano la roccia incombente sulla porta Nord, così come avevo prescritto, ma e un lavoro durissimo farlo ora, senza uso di mine, a colpi di mazza. E` stata data l’ultima mano di colore alle pareti interne del mio ufficio. E` un verde leggermente più scuro e mi piace …(Agenda S. Furia)