La Società Astronomica G.V. Schiaparelli
Venerdì 30 novembre 1962 il consiglio comunale approvò all’unanimità l’aggiudicazione delle opere edili in licitazione privata all’impresa varesina Augusto Caravati e un preventivo di spesa di 45 milioni di lire. Con questa certezza, il 5 febbraio 1963 fu ufficialmente costituita la
SOCIETA` ASTRONOMICA G. V. SCHIAPARELLI – centro popolare divulgativo di scienze naturali
con sede in Villa Mirabello, a Varese, con atto pubblico presso il notaio Luigi Zanzi. Erano presenti sedici soci fondatori: Salvatore Furia e la moglie Armida Papa, Lucio Bossi, Angelo Luigi Rossi, Elisa Bernasconi, Elena Scurti, Luigi Corbari, Diego Casula, Venceslao Bertuol, Carla Mainini, Mario Tagliabue e la moglie Orietta Jole Zanzi, Fiorentino Vanoni, Narciso Patella, Dario Famlonga, Pietro Vanoni. Le volontà a lungo meditate ed in parte espresse in anni di attività, si tradussero nello Statuto. Si riportano alcuni passi significativi:
Art.3) Scopo, finalità, opere. La diffusione e la volgarizzazione delle scienze della natura, e in particolare delle scienze astronomiche … mediante pubblicazioni, conferenze, corsi popolari, visite ad Osservatori e laboratori scientifici, osservazioni ed esperienze da eseguirsi anche nei luoghi sociali. Il promuovere, il dare la propria cura, azione di assistenza affinché quell’osservatorio G. V. Schiaparelli che fin dal 1956 ebbe a svolgere la propria attività al Ronchetto Fé, abbia a trovare sulla montagna del Campo dei Fiori presso Varese quella ulteriore sede che consenta di perfezionare quell’attività allo scopo anche di potenziare i contributi degli studiosi dilettanti al progresso scientifico e di contribuire alla divulgazione scientifica popolare … Il promuovere, sul Campo dei Fiori, a completamento dell’Osservatorio, nonché ai fini dell’Associazione, la creazione e la organizzazione di un parco o riserva integrale per la protezione e l’arricchimento delle specie animali e vegetali ed in particolare della flora prealpina sulla montagna del Campo dei Fiori …
Art.4) Criterio sociale dell’attività. Le attività dell’associazione trovarono ed hanno a trovare in futuro, il proprio contesto sociale, le proprie forze spontanee nonché il proprio conseguente valore di cultura degli uomini, nell’utilizzazione, la più nobile possibile, del tempo libero dei lavoratori: costruendo per e con gli stessi la più viva e personale partecipazione a taluni dei fondamentali problemi del progresso dell’umanità. La associazione intende cioè perseguire un’attività che possa consentire a tutti i lavoratori, agli studenti, e a coloro che esercitano libere professioni o commercio, l’accrescimento dei valori spirituali ed umani, per assicurare ad ognuno la più ampia partecipazione alla vita culturale e al progresso civile della Società umana, con che si addivenga alla realizzazione di un ponte ideale di comprensione tra la scienza ed il popolo.
Art.5) Politica e partiti. L’associazione è apartitica e senza scopi di lucro. La propria linea politica è ispirata alla tutela dei valori ambientali, alla divulgazione delle scienze della natura, alla ricerca delle soluzioni dei problemi della società, inerenti all’azione contro ogni forma di devastazione della biosfera e degli elementi che la costituiscono, con particolare riguardo alla corretta gestione del territorio per la ricerca di un equilibrio tra utilizzazione dei beni naturali e qualità della vita.
Art.6) Dell’Unione degli Astrofili Italiani. L’Associazione è promotrice dell’Unione degli Astrofili Italiani (U.A.I.) della fondazione e dell’organizzazione di questa per una sempre maggiore assistenza e valorizzazione degli studiosi non professionisti che nell’ambito dell’utilizzazione del tempo libero intendono occuparsi di Astronomia e Scienze Naturali. Per conseguire questa specifica finalità l’Associazione si avvale del Centro Popolare Divulgativo di Scienze Naturali “G. V. Schiaparelli”, istituzione che da Essa promana secondo il disposto dell’art. 1 comma G al capo IV.
Lo statuto fece proprie le istituzioni esistenti: il centro popolare divulgativo, Urania Minima, l’Astrofisma, e istituiva le figure dell’Assistente e dei Membri Titolari. Fu stabilito il Consiglio Direttivo: S. Furia, L. Bossi, A. Papa, M. Tagliabue e A. L. Rossi. Per l’incarico di presidenza, Lucio Bossi così si espresse: La presidenza è affidata al fondatore Salvatore Furia fino al 1975 fintanto che le sue condizioni di salute glielo consentiranno. Ciò in segno della gratitudine per i sacrifici, l’amore e la competenza dimostrata nel realizzare condizioni di alto prestigio e considerazione in ogni ramo dell’attività dell’associazione e per avere egli dedicato la sua vita all’ideale della divulgazione scientifica tra coloro che vogliono utilizzare il tempo libero e che egli volle sempre fortemente uniti nell’amicizia e nella più alta solidarietà umana.
20 giugno 1963. Brava Anna Maria, sei stata gentile a ricordare che oggi l’associazione compie 7 anni di vita da quando cioè decisi di porre fine al mio isolamento e di creare questo centro popolare divulgativo. La cosa che più mi commuove è il fatto che a ricordarlo sia stata una giovane “vedetta” e non altri più vecchi ai quali ho avuto sempre modo di narrare le origini e la storia di questa istituzione. Tuttavia è bello ugualmente dirci che anche se nessuno si fosse ricordato (e non e così) io avrei meditato ugualmente sul cammino percorso dall’associazione e credimi trovo che il bilancio è soddisfacente. Grazie a Dio! (Agenda S. Furia).
Salvatore Furia fu iscritto nel PSDI (il partito del Presidente Giuseppe Saragat) dal 1956 al 1962. Ebbe il ruolo di segretario provinciale dal 1961, con responsabilità dei gruppi giovanili. Nelle elezioni del 28 aprile 1963 per la Camera dei Deputati si candidò nella circoscrizione Varese-Como-Sondrio insieme a Virginio Bertinelli. Lasciò il partito per la sua ispirazione cristiana, dopo che gli rinfacciarono che non era marxista.
Furia, Angelo Monti e Francesco Ogliari furono i tre consulenti indipendenti e non tesserati del Consiglio regionale del PSI. Dopo un intervento di Furia contro il presidente del Consiglio regionale, implicato in Tangentopoli per la Metropolitana milanese, il terzetto di dimise.