Soli sulla montagna

I lavori dell’impresa terminarono il 26 novembre 1964. Il costo finale della costruzione fu di quasi 70 milioni di lire, col contributo di circa 20 milioni del Comune di Varese. Esso era così ripartito: 45.5 per lo stabile, 12.5 per la cupola e 1.5 per trasporto e montaggio, 5.1 per fare arrivare la luce, 0.5 il telefono, 0.6 il parafulmine, 0.6 l’acqua, 2.6 altre spese.
Alla fine di quella giornata nebbiosa, alle porte dell’inverno, Furia e i compagni si ritrovarono soli nell’osservatorio finalmente costruito, ma vuoto e silenzioso (c’erano solo un tavolo e delle sedie). Il sogno era divenuto realtà, ma una difficile realtà. I soldi erano finiti e il lavoro ancora da compiere era enorme: bisognava costruire una strada, rimuovere quintali di calcinacci, arredare locali e attrezzare laboratori, installare il telescopio, risolvere il problema della custodia.

Il cantiere per la costruzione dell’edificio astronomico a Campo dei Fiori è ora definitivamente chiuso. Il silenzio è tornato a regnare a Vetta Paradiso, ma la montagna sa essere eloquente proprio allora che la quiete è più alta. La selva di conifere pare impietrita sotto un cielo di cirri gravidi di neve sospesa. Non s’odono più le voci della gente di cantiere, né il monotono clangore della betoniera, né il verricello stridere.

Per affrontare l’inverno Furia trasportò con la jeep 35 quintali di nafta per il riscaldamento, barile dopo barile. Giuseppe Libassi e Lucio Bossi lo assistettero, pronti a lanciarsi sul muso del veicolo ogni volta che le ruote anteriori si alzavano da terra, nel punto più ripido della mulattiera. Furia prese un’aspettativa di 70 giorni dal lavoro.

Il primo custode dell’osservatorio fu Giuseppe Marone, un ex Carabiniere che aveva partecipato alla cattura del bandito Giuliano. Rimase poco, e gli succedette Giacomo Ranzoni, detto Giacomino. Il ragioniere del Comune sospese il contributo per pagare il custode (non c’era ancora la convenzione). Furia protestò nell’ufficio del segretario generale Cosimo Franco, il quale convocò il ragioniere. Questi disse (e aveva le sue ragioni) che Furia e nessuno sono la stessa cosa. Furia per due anni pagò di sua tasca lo stipendio del custode (dal ’64).

Domenica 29 novembre 1964. Il sig. Furia con Bossi, Camilla, Giuseppe LiBassi, Aldo Caravati, Roby Montalbetti, piantano sotto la pioggia e la neve i rododendri del monte Legnoncino, prelevati dal vivaio della forestale di Induno. Alle 11 il lavoro si interrompe per la pioggia fitta e il vento freddo. Si rientra in osservatorio dopo avere fatto asciugare nel locale caldaia gli indumenti fradici. Si scende prima che si scateni una bufera di neve.

Il 9 maggio 1964 fu assegnata la Girometta d’oro della Famiglia Bosina alla Società Astronomica Schiaparelli.

Torna in alto