La scoperta del Campo dei Fiori
Mentre ognuno si volge al sonno
altissime riemergono le stelle,
un murmure di voci.
Un giovane sognatore le ascolta
nel cavo del prato a Punta Paradiso.
E` avvolto in un sacco di montone,
dono di suo padre.
Fu nel dopoguerra che Furia scoprì la montagna del Campo dei Fiori. Era l’ottobre 1947. Raggiunse il Grand Hotel in bicicletta e lì il proprietario, Giulio Moneta, lo indirizzò a piedi, raccomandandogli di fare attenzione ai rovi. Raggiunta la cresta il sentierino continuava per poi perdersi nel fitto di un altro bosco di abeti. Il luogo dove giunsi si apriva su uno scenario mozzafiato: la catena alpina, la pianura … era troppo bello, inimmaginabile …
Ci ritornò molte volte. Dormiva in un sacco da bivacco di montone, confezionato da suo padre, in una nicchia del pratone verso oriente, per essere svegliato dal Sole. Gli faceva compagnia la presenza di una Madonnina lignea attaccata a un pino sul limitare del bosco, un ex voto di un reduce della campagna di Russia.
In quei ritorni solitari sulla cima, Furia cominciò a sognare di costruirvi un osservatorio popolare. La sua passione per l’astronomia era legata a ricordi indelebili dell’infanzia: le prime costellazioni apprese da suo padre, il cielo stellato bellissimo sopra l’Etna che osservava con un piccolo cannocchiale, e l’emozione provata davanti allo spettacolo impressionante dello scoppio di un bolide, coi luminosi frammenti che si riflettevano mentre cadevano nel mare di Aci Trezza (1935).
Nel tempo Furia raccolse una piccola eclettica biblioteca, dove occupava un posto d’onore l’Astronomie Populaire di Camille Flammarion, forse il più famoso libro di divulgazione di astronomia del XIX secolo. Proprio a lui Furia pensava di intitolare l’osservatorio.
Dalla casa a Varese Furia osservava il cielo con un lungo cannocchiale da marina da 40 mm. che teneva dritto con due righelli, appoggiato su un cuscino al davanzale della finestra o su una scala in giardino. Poi un astrofilo di Milano gli vendette un cannocchiale Salmoiraghi da 80 mm … Fu con tale strumento che per la prima volta a Varese potemmo osservare le 4 lune medicee di Giove, gli anelli di Saturno, le fasi di Venere, ammassi stellari, nebulose …
Sua grande e costante passione fu la Luna, di cui divenne esperto conoscitore grazie anche al manuale Hoepli di Alfonso Fresa.