Montagne russe
La formale accettazione della donazione Vita da parte del consiglio comunale ebbe luogo il 20 ottobre 1961 quando l’ufficio tecnico comunale ebbe completato il progetto dell’edificio. L’inizio dei lavori fu annunciato per la primavera successiva, ma la situazione divenne presto ingarbugliata. Questi appunti spiegano la kafkiana situazione: … i nodi dovevano prima o poi venire al pettine: il Genio Civile si pronunciava incompetente ad esaminare il progetto di un Osservatorio mentre era competentissimo ad apporre un visto favorevole ad uno stabile da destinare all’Osservatorio Astronomico. Lo stesso ragionamento faceva l’Ispettore Ing. Cottafava quando chiedeva all’Ing. Bianchi e a me: “Ma si tratta del progetto di un osservatorio o di uno stabile da adibire ad Osservatorio?” Ed evidentemente non si poteva dare loro torto. Il costruire un osservatorio è una cosa e costruire la sede è un’altra! Esattamente le cose che da anni ho continuato a ripetere invano …
Mercoledì 31 Gennaio 1962 h=11, telefonata di un ‘amico’ che mi pone in grado di conoscere con assoluta certezza l’enorme guaio dell’errata impostazione procedurale della pratica inerente alla approvazione del progetto esecutivo dello stabile dell’osservatorio.
h=11,15 chiesto conferma notizie a chi di competenza. Notizia confermata! h=13 esco dall’ufficio per conferire immediatamente con Ing. Capo Bianchi. Non c’è, è a Milano. Parlo con Sarolli, non può dire nulla, ma sa. h=13,30-14,10 dal geometra Milan al Genio Civile per altre informazioni. Non possono dirmi di più a causa di inchiesta giudiziaria ormai nata. h=14.15 da architetto Campanella. Telefonata al Geom. De Rosa che ha ‘impostato’ la pratica, al Provveditore Generale Opere Pubbliche della Lombardia Arch. Chingher. So quanto basta.
h=15,15 con Ing. Bianchi, Campanella e Sarolli esame situazione, che è grave! Decido di partire domani stesso per Milano e intendo essere accompagnato da un rappresentante della civica amministrazione. Conferito perciò con Segretario Generale Boaretto, Ing. Bianchi, Prof. Ferranti per conoscenza, con segretaria Sindaco. Necessita avvertirlo. h=18 In Sede a vedere lavori lucidatura. Redigo il presente. h=18,30 Vado in casa di Rossi per esame delicati problemi consiliari. h=22 A casa da mia madre che ha la polmonite ed è in gravi condizioni.
h=22,30 in attesa che esca il Sindaco dalla Giunta per conoscere la determinazione del Comune per il viaggio di domani: Roma o Milano?
h=24,15 escono Ing. Bianchi e Arch. Campanella dalla riunione di Giunta. So così che con me verrà l’Ing. Bianchi. Colloquio con il Sindaco, breve e conciso: l’errata impostazione della delibera ha prodotto l’equivoco. Ora il Genio Civile, la Prefettura e il Provveditorato Generale alle Opere Pubbliche della Lombardia non sanno che decidere. Si tratta della costruzione di un osservatorio oppure di un edificio da destinare ad osservatorio? Le cose sono diversissime. Il Sindaco dice che non ha colpa se gli altri funzionari dello Stato non sanno leggere. Bastava, dice lui, il fatto che i disegni allegati parlano di edificio dell’Osservatorio. Per non entrare in polemica taccio il fatto che i disegni portano quella dicitura solo perché io l’ho fatta imprimere, e resta il fatto che nella delibera anzi, nel dispositivo, sta scritto “costruzione di un osservatorio astronomico”. Ergo la pratica verrebbe spedita al C.N.R. per l’esame di merito e di opportunità di costruire un osservatorio a Campo dei Fiori! tutto dire! Altro che analfabetismo dei funzionari dello Stato …
Giovedì 1 Febbraio 1962 h=8 colloquio di precisazione della mia linea di condotta a Ing. Bianchi. Egli è perfettamente d’accordo con me. Il Comune con i soldi del Vita costruisce uno stabile, che è quello da noi richiesto per sistemare in esso il nostro osservatorio. In modo da evitare: 1) perplessità ai funzionari che devono esaminare il progetto ed apporre il visto formale, 2) dare a Cesare quel che è di Cesare e … 3) che la pratica parta per Roma e da qui a 5 o 6 mesi chi vivrà vedrà, 4) nel frattempo i prezzi di mano d’opera sono aumentati del 20% in questi giorni, saranno aumentati anche di più in futuro e come logica conseguenza ove mai si arrivi alla capienza si taglierà qualcos’altro. Altro pericolo grave che data la posizione della vetta, il Demanio militare nel C.N.R. scopra che la posizione è comoda per loro e mi occupino un paio di stanze per l’aeronautica.
h=8,45 al Genio Civile di Varese con Ing. Bianchi a colloquio con Ing. Pasquali. Reso edotto dei fatti dice che il torto è del Comune che doveva essere chiaro o stabile o Osservatorio. Ci manda dall’Ispettore Generale Cattafava del Provveditorato di Milano per la Lombardia. h=9,15 si parte per Milano in auto 2100. Approfitto del viaggio per chiarire ogni punto ancora controverso. h=10,15 a Milano dall’Ing. Cattafava.
Lunedì 12 Febbraio 1962 h=20,45 tornato da Brera dopo esauriente e proficuo!!! colloquio col Prof. Zagar ho constatato che tutto fila a meraviglia e le prospettive per il futuro della Societa e delle mie istituzioni sono ottime! Solo … non vede bene che io vada a Roma! Non lo vede affatto. Ritiene che mancando la mia continua e premurosa presenza diuturna per tutti i problemi oggi ancora aperti e in corso di maturazione, non sia il momento adatto a delegare … devo perciò rivedere le cose su Roma.
Martedì 13 Febbraio 1962 Ing. Bianchi mi informa che la sovrintendenza al paesaggio ha disposto una ricognizione in luogo per accertarsi che non venga deturpato il paesaggio. Amen! …
Mercoledì l’Arch. Campanella mi comunica dell’animo dell’Arch. Susini del Provveditorato Generale alle Op. PP di Lombardia: per venerdì alle 15,30 si farà un sopralluogo in vetta con ing. Bianchi, Ing. Pasquali, Ing. Susini e Arch. Campanella. Pertanto è importante che io presenzi, solo che dopodomani ci sarà lo straordinario da fare in ufficio. Ergo è meglio che mi metta in congedo.
Venerdì h=13 telefonato ad Arch. Campanella e a Ing. Bianchi informato sulle condizioni meteorologiche a C.d.F. Dice che i funzionari sono tutta gente sulla sessantina e che non potranno venire sino in vetta. Io dico di si. Porto a C.d.F. Nicora, Rossi e Baratti. Telefonato alla Anna Saveri per pulizia locali e sistemazione sede. Anche stavolta non riesco a pranzare … Sono andato a prendere le sedie tramite i favori dell’Ing. Bianchi. Grazie al Presidente dell’azienda autonoma di soggiorno. un amico!
Il 16 febbraio 1962 nonostante i -10 gradi di temperatura a Campo dei Fiori, una commissione tecnica salì a piedi la mulattiera gelata per il sopralluogo per verificare l’idoneità del luogo su cui doveva sorgere l’osservatorio.
Mercoledì 28 Febbraio 1962 h=14,45 parto da casa per portare la moglie al cinema. h=15 alla Stipel per informazioni abbonamento telefono. Vedo la domanda del Comune tendente ad ottenere il telefono per il Centro Astronomico. Arch. Campanella che non sa nulla. h=15,45 con Ing. Sarolli. E` stato lui a richiederlo per ovvie ragioni. Preoccupazioni garanzie per il terreno a C.d.F. Devo intervenire personalmente, ma in che modo?! Qui sta il problema! Intervenire significa riuscire o no. E poi?!? In questi giorni devo decidere, che Dio mi aiuti. Ritocchi all’ubicazione dei locali e all’impianto elettrico. Il riscaldamento si avrà inizialmente a carbone. L’impianto antincendio si compone di due idranti, ma ho chiesto anche una ventina di estintori in CO2. Ho chiesto l’applicazione di una vetrata all’angolo Ovest invece del muro. Vetrata anche sotto l’atrio per sistemarlo a mo’ di salottino di attesa. Fatta spostare più verso la portineria il locale caldaia perché sia più facilmente controllabile al custode. Il locale di mezzo sarà adibito a garage e il primo ad Ovest a laboratorio officina. h=17 ancora con Sarolli sul modello della pensilina ‘aerea’ e sul modo di come evitare eventuali ipotizzabili incidenti per il ‘franappoggio’. Mi dice che è assolutamente tranquillo. Non vuole fare le pilonature come suggerisco io perché troppo costose … h=18 giro d’orizzonte con l’Ing. Capo Bianchi che è vivamente preoccupato per il fatto che i coniugi Zambeletti-Stringher non vogliono assolutamente dare il terreno al Comune col quale non si trovano certo in buoni rapporti per altri motivi … D’altra parte entro 15 giorni io penso che si dovrebbe passare all’appalto dei lavori! Come si fa? un grosso guaio ma di chi è la responsabilità? Ora tocca a me correre, ora tutto è nelle mie mani’. E se io non riesco o faccio qualche gaffe anche piccola?
h=18,30 mia moglie non è più in macchina. Mi ha lasciato un biglietto ed è andata a casa. E pensare che le avevo promesso di portarla al cinema.
A complicare la situazione, dopo pochi giorni si presentò in sede il prof. Ferranti che, con molto imbarazzo, dovette spiegare che si doveva liberare il salone di Villa Mirabello per la mostra del pittore Morazzone. Il sindaco, interpellato, disse che la sede non era da intendersi per sempre, e se non fosse stato per i soldi di Vita e l’intercessione di Ferranti, non l’avrebbero conservata così a lungo. Furia scrisse sull’agenda:
10 marzo 1962 … Io mi batto per il raggiungimento di un ideale, che per me significa molto più che un salone o una specola a Campo dei Fiori. Io non appartengo al Comune, … io servo la cultura popolare e l’astrofilia. Per queste due cose i miei tormenti e i miei sacrifici possono trovare giustificazione umana e logica. Nessun’altra causa mi potrebbe spingere come questa così lontano dai miei doveri familiari, per non parlare solo di questi.
Il 19 marzo il salone d’entrata fu sgomberato. La mostra fu inaugurata il 14 luglio 1962 dall’on. Folchi, ministro del turismo, ed ebbe circa 36.000 visitatori tra il 14 luglio e il 5 novembre 1962, occupando quasi ogni giorno la cronaca varesina. Sull’agenda Furia annotò in stampatello: invito tutti gli astrofili a tenersi sempre uniti ora più che mai, a non interrompere la loro frequenza anche in ciò che rimane della nostra sede – la Provvidenza non abbandona i perseveranti – occorre lottare per conseguire le finalità sociali e questo e il momento di lotta e di prova – dobbiamo avere fede nei nostri ideali e darne pubblica testimonianza – ciò che è nelle nostre speranze non perirà mai perché nessuno può distruggerlo.
Il 3 aprile 1962, i tecnici del comune e della S.I.S. (Societa Idroelettrica Subalpina) fecero un esame preliminare del percorso della linea elettrica, dalla stazione della funicolare alla Vetta Paradiso, attraverso le proprietà Ponzellini e Zambeletti. Furono giorni difficilissimi per Furia, inseguito da mille problemi.
Martedì 10 aprile 1962. Ho avvistato la cometa 1962C … Avevo detto che la pazienza è la prima virtù per bene osservare … Le comete sono creature inconsistenti. Keplero le chiamava dei “Nulla visibili, quasi un pensiero” e pertanto richiedono grande perizia per essere scoperte … Caro Fidanza, ero canterino per due motivi: primo perché così non pensavo a molte moleste idee che da giorni mi toglievano il respiro e poi perché così facendo allentavo il nervosismo che mi afferra tutte le volte che sto effettuando un’osservazione difficile in compagnia di altri. (Agenda)
Giovedì 12 aprile 1962. Riesame di tutto: ho capito di avere concesso troppo margine ai miei errori. Sta bene! Ridimensioniamo tutto e torniamo al deserto, quante stelle e quante tenebre nella solitudine! Un uomo è meno di nulla di fronte a una montagna, non esiste al cospetto dell’universo. Ed io non esisto più. (Agenda)
Sabato 21 aprile 1962 (Vigilia di Pasqua) ore 18,30. Ho trovato sui gradini dell’entrata due operai meridionali che consumavano un “pranzetto” pasquale seduti per terra. Mi hanno visto giungere e mi invitano a condividere la loro cenetta. A Varese non avevano nessuno e non volevano consumarlo in cantiere dove vivono tutto il giorno. Ho offerto loro il mio tavolo, ho preparato la mensa, ho acceso le stufe, ho dato loro i bicchieri e il vino. Ho visto nei loro volti una commozione intensa. Tornarono a mangiare in silenzio mentre io scrivevo i soliti biglietti augurali alle solite personalità. Il silenzio era rotto solo dal ronzio delle stufe elettriche. Infine il più anziano dei due si alzò per offrirmi un bicchiere di vino. Dissi subito di no perché non ne avevo proprio alcuna voglia, ma poi compresi che sarebbero rimasti confusi e accettai … la testa cominciò a girare e dovetti sedermi. Uno di loro disse che qui tutto era bello e incomprensibile e “teneva soggezione”. Arrivò il mio amico Rossi, che fu sorpreso di vedere tavola e commensali mentre io scrivevo appoggiato a una sedia. Feci le presentazioni. I due ospiti, dopo aver fumato una sigaretta continuando a guardarsi attorno, improvvisamente presero commiato. Offrii loro una bottiglia di spumante con gli auguri per le famiglie lontane. Rossi trasecolò quando tutti e due gli ospiti dissero a testa bassa: “Non credevamo esistesse gente come lei, per noi non è più un estraneo ma un fratello buono”. (Agenda)
Sabato 28 aprile 1962 h=15: a Campo dei Fiori con Bossi, Nicora, Osvaldo, Trevisan per trasporto Telescopio Lussi da 350 mm (Lire 1000 per la benzina, Lire 1000 per il trasporto materiale). h=18 – Da Campo dei Fiori a Varese e Gazzada per equipaggiamento Trevisan (fotografia) e indi a casa di Fidanza e di Zanzi per batterie. h=19,15 – Partenza per C.d.F. con Bossi, Trevisan, Fidanza e Lussi. h=21,15: A C.d.F. con batteria elettrica ricaricata montato telescopio (non va bene, deve essere argentato!). Viste segnalazioni di Tonino Piccinelli e di mia moglie alle 22,5. Risposto con faro latteria. (Agenda)
Giovedı 10 maggio 1962 – A colloquio con il Sindaco, presente l’assessore Giani. Mi sono reso conto che quello che pensavo è esatto: (purtroppo) non è stato fatto nulla per il terreno; di fronte alla mia meraviglia … ha telefonato in Villa Zambeletti, ove non c’è nessuno … Lo prego di interessarsi come Sindaco per prendere stavolta contatti diretti con la Sig.ra Sofia Zambeletti Stringher per il terreno, gli scarichi e la strada. Ha preso nota e scriverà una lettera. Invito il Sindaco a mettere a profitto il tempo di maggio per l’appalto dei lavori, al che è d’accordo anche l’assessore Giani. Provvederà (ed io gli starò alle costole!). Oldrini mi dice che i Vita hanno lamentato le lungaggini che ritardano la costruzione e mi ha rifatto il discorso della denominazione dell’osservatorio che secondo lui starà bene così “Osservatorio G. V. Schiaparelli” e, in piccolo, fondazione Vita – Zambeletti. Al che rispondo subito che “sta male una aggiunta del genere e che è mio intendimento fare una lapide per onorare i Vita e i Zambeletti e tutti coloro che si sono resi mecenati e benemeriti”. Il Sindaco insiste sul suo punto di vista, l’assessore Giani è del mio, ed io non mollerò certamente neanche stavolta: ho detto che ci sarà la lapide a sistemare. (Agenda)
Domenica 10 giugno 1962, prima visita di Camilla Zanzi, figlia del notaio Luigi e sorella di Paolo, Luigi e Alessandra. Aveva 25 anni ed era laureata in farmacia. Fu per molti anni una colonna dell’associazione. Di lei la madre Ester disse: Camilla è dolce pasionaria, ma guai a prenderla di traverso!
Le prime agitazioni dei metalmeccanici determinarono un aumento vertiginoso dei costi della manodopera. Dato che la cupola rappresentava la spesa principale, si ridussero i margini per fare la foresteria. Nella riunione di consiglio del 2 luglio 1962 Furia invitò i soci a non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà che si incontreranno lungo il cammino, e di avere tanta fede e cocciutaggine. Nel mese di luglio la situazione si sbloccò.
Il gelo di Zagar
Durante un incontro nel 1962, il direttore di Brera Francesco Zagar chiese a Furia se fosse disposto a trasferirsi con lui negli USA, presso la base spaziale di Cape Canaveral. Era stato nominato consulente della NASA per il calcolo delle orbite, e voleva con sè Furia per la sua competenza sulla superficie della Luna. Furia rifiutò: aveva un debito morale verso i benefattori, il Comune, un’impresa ancora da portare a compimento. Fu una scelta non indolore, per la sua famiglia e perché, per qualche tempo, i rapporti con Zagar si deteriorarono. Furia ne scoprì tutto il gelo quando, verso Natale, si recò a Milano per la consueta visita augurale. Come altre volte portava con sé una cassetta di arance della sua Sicilia. Ma non fu fatto entrare e, sulla porta, la signora Zagar dovette dirgli con tristezza che non poteva accettare il dono (colloquio).