Nuove difficoltà

Lunedì 9 luglio 1962 furono effettuati i rilievi topografici e il picchettamento dell’area utile alla costruzione dello stabile destinato all’osservatorio.

Fu indetta la gara d’appalto per i lavori, ma si presentarono solo due imprese, con la richiesta di riaggiornare i preventivi del Comune.

Furia riferì al consiglio del 1 settembre 1962 che la somma della donazione non era più sufficiente, a causa delle lungaggini burocratiche. Alla richiesta del comune di quali opere si dovessero sacrificare, aveva risposto che si era preparato la seguente lista: niente imbiancature, eliminazione dei radiatori, eliminazione delle rifiniture con piastrelle, cupola in alluminio invece che in rame, con risparmio di circa 4 milioni.

Viaggio a Trieste

Per i dettagli di costruzione della cupola e in particolare del basamento dello strumento, che doveva essere isolato dal resto dell’edificio, Zagar consegnò a Furia una copia del progetto dell’osservatorio di Merate e lo indirizzò al prof. Ettore Leonida Martin (1890-1966) direttore dell’Osservatorio di Trieste, che aveva assistito ai lavori di costruzione. Martin aveva anche riorganizzato l’Oss. di Trieste devastato dalla guerra e vi aveva creato una scuola di astronomia. Gli succederà Margherita Hack, nel 1971.

Il 4 agosto 1962 Furia andò a Trieste con Tino Trevisan, Lucio Bossi e Anna Saveri. Così riferì durante la già citata riunione di consiglio del 1 settembre 1962: il prof. Martin, dopo avere esposto le traversie da lui avute per la costruzione dell’osservatorio a Trieste, ci esorta a continuare anche se l’ambiente scientifico tenterà, come ha già fatto, di demolire le opere che si stanno perseguendo. Per quanto riguarda la foresteria Martin era fortemente favorevole, contrariamente alle idee negative esposte dal prof. Alberto Masani (1915-2005) dell’Oss. di Brera, che obiettava che fosse impossibile divulgare l’astronomia, e che nella stagione invernale l’osservatorio sarebbe andato deserto.

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